Domenico Cialone proviene da studi rigorosamente scientifici (Laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università La Sapienza di Roma ) .
Negli anni 80 ha frequentato l’Ac­cademia di Belle Arti di Frosinone dove, all’ultimo anno del percorso di studi, fu costretto ad interrompere il suo rapporto con l’Istituto a causa di un insanabile contrasto con il professore di scultura.
Negli studi di Conte e di Fazzini, in via Margutta, il giovane scultore ha tuttavia trovato punti di riferimento solidi e stimolanti per gli inizi della sua attività artistica.
Il desiderio di apprendimento lo ha portato a cercare ad Atene, Roma, Firenze, Parigi, le opere dei grandi della scultura, da Fidia a Rodin. .. al divino Michelangelo.
Le tecniche utilizzate sono la terra­cotta, le resine e, soprattutto, il bron­zo.
Ha tenuto personali nella sala dell’E.P.T. di Frosinone (1982), al Municipio di Ferentino (1985), al T.C. Le Colline di Frascati (1985), al centro congressi di Fiuggi (1986), a Palazzo Barberini di Roma (1987), a Piazza di Spagna (1988), a Palazzo S. Gallo Di Tolentino (1989), all’ Art Gallery di Montecarlo (1990) al teatro Romano di Ferentino (1992), all’isola di Ventotene (l994) al Teatro della Fonte di Fiuggi (1996), all’ Università Cattolica di Roma (1997), nella sede Fiat di viale Manzoni a Roma (1998), nel Municipio di Lipari, Eolie (2000).
Col Centro Europeo di Iniziative Cul­turali in Roma ha esposto nelle sedi più prestigiose di cultura e di arte nel mondo: Municipio di Berlino Charlottenbourg (1984), Hall Univeristy di Los Angeles (l985) Sede Premio In­ternazionale Drac Palma di Majorca (1985), Tsukuba Expo 85 di Tokyo, Galleria d’Arte Moderna di Hong Kong (1986), Hall International di Città del Messico (1987), Art Gallery di Vancouver (1988), Art Gallery di Toronto (1989), Museo Nazionale della Repubblica delle Seychelles di Victoria (1990).
Di lui hanno scritto il Messaggero, Il Tempo, L’ Avvenire, Il Diario di Majorca, il Baleares, il Novedades, il South China Morning Post.
Di lui si è interessata la Rai Radiotelevisione Italiana.

Hanno detto di lui

Giulio Carlo Argan

«Le tue prime opere di scultura mi ricordano gli anni ’30. Le ultime le trovo di un figurativo decisamente interessante che contiene. Guarda questa donna … (e indica “Visione interiore” l’esperienza scultorea di H. Moore e oltre)».

Gennaro Brandi

«… vedendo le tue sculture ho avuto la certezza della verità: l’arte è imperitura».

Antonio Poce

«Nè conflitti esasperati, nè deliri attraversano la poetica di Domenico Cialone, soltanto un inconte­ nibile stupore per il corpo umano, nelle sue vibra­ zioni più intime. I risulta ti che ha già conseguito nella sua arte mi confermano l’immagine che ho sempre avuto di lui: un uomo che non può non lasciarsi vincere dalla sua inesauribile meraviglia».

Consuelo Moreno

«Sono impressionata dalla forza di ogni figura; av­verto la sensazione di movimento e vita!»

Ada Gelso

«Ogni figura scolpita … una grande emozione».

Olga De Bito

«In queste sculture c’è l’anima ».

Enzo Arduini

«Le tue sculture sono piene di sentimento».

Vincenzo Ludovici

«…Domenico in più ha la conoscenza e l’amore per la musica; questo lo rende, ai miei occhi, un artista completo».

Gerard F. Tempest

«Is an inspired young sculptor searching for his ar­tistic dimension; the inner need to express his own feelings clearly, has convinced him to stay within the context of realism. This is best portrayed in his earlier work “Incomprehension”, in which a tormented female figure turns away from the male who is like­ wise overwhelmed with emotions. The two are loc­ked together by a vertical and horizontal movement which does not manage to unite them because their eyes look in different directions. They remain incom­prehensible strangers to each other

Mariano Urizar

«Le danzatrici di Cialone sembrano sospese nel vuoto; le loro forme disegnano sonorità siderali pos­ sibili in una dimensione che fa vivere la materia nel cuore dell’immaterialità. Più che gioiosa espansione del corpo e dello spirito, queste figure testimoniano una faticosa ascesa verso l’Assoluto in cui corpo e spirito trovano, o cercano disperatamente, una loro estrema sintesi e sublimazione… Nei ritratti, l’analisi psicologica si trasforma in sintesi plastica. Le immagini diventano ferme e gravi, profondamente malinconiche, il viso velato da un turbamento segreto, angoscioso . Senza subire influenze di sorta, Cia­lone approfondisce con attenta sensibilità ed acutezza, i problemi della scultura, offrendoci opere che sono testimoni della sua fede nella bellezza e del suo amore per tutto quello che può sopravvivere nell’arte e nella vita».

Clelia Pietrandrea

«Perfetto senso della plasticità e proporzione classica sono presenti nell’ Eva, grande bronzo dell’ ’82, che davvero rappresenta l’essenza del femminile, nella piena rotondità delle forme e nella inquie­tudine che rivela l’espressione del viso».